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Indice Mitilicoltura

 

 

I Bivalvi e quindi anche i Mitili hanno risolto il problema della ricerca del cibo filtrando considerevoli quantità  di acqua per separare dal mezzo liquido le particelle alimentari che vi sono sospese (fitoplancton, zooplancton, batteri, frammenti di alghe, detriti vari, sostanze prive di nutrimento come la melma in sospensione).

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Fitoplancton                                                                          Zooplancton

I Mitili sono perciò forniti di un efficiente "sistema di pompaggio" con cui assicurare il passaggio di notevoli volumi di acqua (50-60 litri di acqua al giorno), ed un altrettanto efficiente "sistema di filtraggio" con cui trattenere le particelle; questo è reso possibile dalla modificazione e dal grande sviluppo dell'apparato branchiale che viene ad assumere la doppia funzione di organo respiratorio e di struttura filtrante.

Quando le valve sono socchiuse, i lobi del mantello nella regione ventrale sono scostati e l'acqua ricca di ossigeno e nutrienti entra nella cavità palleale dove il movimento delle ciglia delle branchie ne produce una corrente. L'acqua bagna le branchie, cedendo ossigeno al sangue che in esse scorre e ne riceve anidride carbonica.

Una parte dell'acqua è attirata verso la bocca dal movimento delle ciglia di cui sono muniti i palpi labiali, il plancton da essa veicolato penetra attraverso la bocca nel tubo digerente.

L'acqua, ormai priva di particelle alimentari e carica di rifiuti (sia alimentari che anidride carbonica), si riversa prima nella cavità palleale e poi, per mezzo dell' ano, all'esterno passando attraverso l'occhiello del mantello.

La quantità di acqua filtrata dal mitilo varia a seconda della stagione e di alcuni fattori come la temperatura, la torbidità dell'acqua, la qualità degli elementi in sospensione, la taglia del mitilo e il suo stato fisiologico; la velocità di filtrazione varia da 0,5 a 5 l/ora.