|
I
Bivalvi e quindi anche i Mitili hanno risolto il problema della
ricerca del cibo filtrando considerevoli quantità
di acqua per separare dal mezzo liquido le particelle
alimentari che vi sono sospese (fitoplancton, zooplancton,
batteri, frammenti di alghe, detriti vari, sostanze prive di
nutrimento come la melma in sospensione).
7
8
Fitoplancton
Zooplancton
I
Mitili sono perciò forniti di un efficiente "sistema di
pompaggio" con cui assicurare il passaggio di notevoli volumi
di acqua (50-60 litri di acqua al giorno), ed un altrettanto
efficiente "sistema di filtraggio" con cui trattenere le
particelle; questo è reso possibile dalla modificazione e dal
grande sviluppo dell'apparato branchiale che viene ad assumere la
doppia funzione di organo respiratorio e di struttura filtrante.
Quando
le valve sono socchiuse, i lobi del mantello nella regione
ventrale sono scostati e l'acqua ricca di ossigeno e
nutrienti entra nella cavità palleale dove il movimento
delle ciglia delle branchie ne produce una corrente. L'acqua
bagna le branchie, cedendo ossigeno al sangue che in esse
scorre e ne riceve anidride carbonica.
Una
parte dell'acqua è attirata verso la bocca dal movimento
delle ciglia di cui sono muniti i palpi labiali, il plancton
da essa veicolato penetra attraverso la bocca nel tubo
digerente.
L'acqua,
ormai priva di particelle alimentari e carica di rifiuti
(sia alimentari che anidride carbonica), si riversa prima
nella cavità palleale e poi, per mezzo dell' ano,
all'esterno passando attraverso l'occhiello del mantello. |

|
La
quantità di acqua filtrata dal mitilo varia a seconda della
stagione e di alcuni fattori come la temperatura, la torbidità
dell'acqua, la qualità degli elementi in sospensione, la taglia
del mitilo e il suo stato fisiologico; la velocità di filtrazione
varia da 0,5 a 5 l/ora.
|
|